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In "Tutto si trasforma" (con testo spagnolo a fronte) l'autrice riporta voci che giungono da lontano, dall'infanzia, da una "festa di travestimenti" e narra in poesia storie secondarie ma indispensabili perché sono il fondamento di ciò che siamo. Autoironia che si mescola a una vena comica e surreale: "il corpo che abito non mi presta attenzione", "mettere a tacere / il silenzio che ci accerchia". Si è bambini e poi subito "grandi" e ci si convince di qualcosa, non si sa bene di che, si comprende che tutto quello che si dice o si ascolta "è vero e falso allo stesso tempo", che siamo strani, perennemente instabili.